“Aumenti effettivi del 10% nello scorso trimestre ed annunciati del 40% per il prossimo”. È la situazione che si va delineando nel mercato dell’energia, segnala preoccupata Cna MODENA, a causa di “un duplice effetto: quello generato dalla ripresa e quindi dalla maggiore domanda di gas ed elettricità, e il contemporaneo aumento, determinato da politiche ambientali più restrittive, degli Ets”, i certificati gestiti dalla Ue che permettono alle società produttrici di energia di inquinare di più. Per il presidente di Cna MODENA Claudio Medici, tenuto conto dell’aumento generalizzato delle materie prime, avanti di questo passo si rischia di “ostacolare la ripresa ed innescare una corsa al rialzo dell’inflazione, che impatterebbe su tutti gli altri costi d’impresa”.
Ecco quindi l’appello a Roma dell’associazione modenese: “Il Governo deve intervenire immediatamente per contenere l’impatto di questi costi- prosegue Medici- ad esempio rivedendo in tempi rapidi la fiscalità sulla struttura della bolletta, con la cancellazione una serie di oneri impropri che gravano soprattutto sul sistema della micro e piccola impresa che continua a pagare il prezzo più alto per l’energia sia in Europa che in Italia rispetto alle imprese più grandi”. Secondo i calcoli di Cna, le microimprese pagano la componente energia il 39% in più delle imprese cosiddette energivore (che hanno consumi tra 75.000 e 150.000 MW/h) mentre l’onere per la rete di distribuzione è sette volte più elevato rispetto alle grandi. “Non basta lo sconto introdotto dal decreto sostegni bis che ha ridotto il volume degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta”, insiste quindi Cna.