Una riunione intensa, che non si è mai interrotta, durata 12 ore e che si è conclusa nel passaggio tra la notte e il giorno a Bruxelles registrando passi avanti, lasciando però soddisfatti a metà i 27 Paesi dell’Unione. Si va dalla piattaforma aggregata per il gas – volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa – all’incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas nella formazione dell’elettricità. Inoltre si è concretizzata, seppur con molte cautele, l’apertura su un possibile nuovo debito comune. La Commissione europea potrà finalmente adottare “decisioni concrete” sul price cap al Ttf di Amsterdam, mercato virtuale a cui tutti guardano per le contrattazioni del combustibile, ma a condizione che sia temporaneo, di ultima istanza e che non metta a rischio le forniture. Per il 18 novembre è previsto invece un altro Consiglio Energia straordinario. Uno spiraglio si è creato anche per il Sure, lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza, pensato per aiutare a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori che risentono della pandemia di coronavirus.