Nel video l’intervista a Francesco Lugari, Volontario Croce Blu
Ore 21 circa. Una rapida ricognizione e poi si parte per aiutare chi vive in strada. Il termometro segna -2 gradi, il freddo si sente, per questo i volontari della Croce Blu hanno preparato tutto il necessario per affrontare all’aperto la notte che ci attende. Ci dirigiamo verso la prima tappa, il Direzionale 70. Troviamo due uomini, italiani, di mezza età. Poi ripartiamo, verso via Galaverna: troviamo solo il giaciglio, le quattro persone sono state ricollocate. Nel parcheggio di Porta Aperta e in via delle Suore ci sono diverse persone che vivono in macchina. Tra queste, Amil: ha 18 anni e da quando ha smesso di andare a scuola vive da solo nel furgoncino. Dopo la Chiesa di Piazza Cittadella, andiamo al vicino liceo Muratori, dove ci attendono invece Samuel, Boateng e Clifford. Avvolti nelle loro coperte, ne accettano qualcuna in più. In stazione, la situazione è tranquilla. Pronti per ripartire, ci viene incontro un uomo. Said il suo nome, viene dal Marocco. Vorrebbe cibo e coperte da portare nel suo rifugio, dove vive con altre cinque persone. Decidiamo quindi di seguirlo. Anche in centro storico tutto tranquillo. Possiamo allora raggiungere Antonio, nel rifugio super attrezzato che si è costruito. Non gli manca nulla: ha coperte, uno specchio con prodotti per la cura e l’igiene personale, c’è anche una spazzola per tenere pulito. Ci tiene molto, anche se vive in strada. Siamo nella zona più a est di Modena. Non ci resta che dirigerci allora verso l’ultima tappa, il Policlinico. È mezzanotte. Il nostro viaggio si chiude. Quello che per i volontari non è stato solo un atto di solidarietà, ma anche una lezione di vita.