Tre persone morte in carcere dall’inizio dell’anno, un incendio appiccato con due detenuti e nove agenti feriti, polizia penitenziaria aggredita, l’ultimo caso tra venerdì e sabato. Si fa sempre più lunga la scia di episodi critici che si registrano all’intero dell’istituto detentivo Sant’Anna di Modena. Fenomeni che hanno spinto anche la stessa Procura generale di Bologna a tenere alti i riflettori sul tema, dopo lo sciopero della camera penale della nostra città. Al centro di nuovo il problema del sovraffollamento: in Emilia-Romagna, secondo i conti della Procura, la capienza regolamentare degli istituti penitenziari è di 2.988 posti, mentre la presenza effettiva è di 3.829 persone, per un indice di sovraffollamento che si attesta in media al 130%. Le criticità, relaziona la Procura, più rilevanti nella gestione dei detenuti si registrano in particolare rispetto ad atti violenti, spesso determinati dal disagio sociale di cui sono portatori in numero sempre crescente, e da difficoltà comportamentali spesso connesse a debolezze culturali che sfociano in atteggiamenti aggressivi e intemperanti. Il tutto aggravato sempre più spesso da fragilità psichiche o caratteriali. Un mix che conduce spesso al dramma dei suicidi. Eventi che ci interrogano sul difficile equilibrio tra esecuzione della sanzione e rispetto della vita umana e della dignità della persona. Per il procuratore generale Paolo Fortuna il carcere è ancora, spesso, luogo di gratuita sofferenza piuttosto che luogo di effettivo recupero. Sul tema torna anche il sindacato di polizia Penitenziaria Sappe, che chiede di intervenire attraverso investimenti strutturali, l’incremento dell’organico e una maggiore sicurezza nei confronti degli operatori del carcere