Secondo i dati elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività degli attuali 42 Cau, pensati e realizzati per rispondere alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini, i primi 5 mesi di quest’anno hanno evidenziato un calo di accessi nei pronto soccorso sia per quanto riguarda i codici bianchi, che hanno registrato un – 15,5% che per quelli verdi, – 9% e tempi di attesa medi che non superano i 45 minuti. Nonostante questo, la sanità modenese è quella che mostra risultati peggiori. Con un calo del 19%, contro il 52% di Parma, la migliore, è ultima nella classifica delle aziende sanitarie emiliano romagnole. Anche la penultima, Reggio Emilia evidenzia un risultato che stacca Modena di 10 punti di percentuale mostrando un calo del 29%. Gli accessi prevalentemente avvengono in orario diurno. Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Centri di assistenza urgenza lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando. Tra le prime otto cause per cui i cittadini in questi primi cinque mesi del 2024 si sono rivolti ai Centri di assistenza urgenza, ci sono lesioni o dolore agli arti e contusioni; tosse, congestione, mal di gola o febbre; e ancora dolore addominale; problemi cutanei; lombalgia; otalgia; cefalea/emicrania.
EFFETTO CAU, MENO PRESSIONE SUI PRONTO SOCCORSO, MA MODENA FANALINO DI CODA
In Emilia-Romagna la presenza dei 42 CAU ha evidenziato nei primi 5 mesi del 2024 un calo del 15,5% degli accessi per i codici bianchi e del 9% per quelli verdi. Ma Modena è fanalino di coda in regione