La possibilità di restare aperti a pranzo per Natale, Santo Stefano e Capodanno sarà sono una goccia nel mare della crisi che colpirà ristoratori, albergatori e agriturismi, costretti a rinunciare ai cenoni e alle feste. E’ la stima delle associazioni di categoria, che prevedono perdite record per il settore della ristorazione dopo i provvedimenti dell’ultimo Dpcm che impone la chiusura alle ore 18 durante le feste. A Modena, secondo le prime stime di Cna, la perdita sarà tra i 500 ed i 600 milioni di euro di mancati ricavi per gli esercizi della ristorazione e gli alberghi tra il 24 dicembre e Capodanno. Sono circa 4mila le imprese che operano in provincia nel settore e per ognuna di loro si prevede una perdita tra i 12 e i 15 mila euro di ricavi. Lo stop ai festeggiamenti costerà invece più di 500 mila euro agli agriturismi modenesi, 130 in tutta la provincia, secondo i calcoli di Coldiretti, considerato che la possibilità di rimanere aperti a pranzo è vanificata dai limiti agli spostamenti tra comuni che impedisce di raggiungere le campagne. La chiusura dei locali per Coldiretti è destinata a provocare un forte ridimensionamento nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. Secondo la stima di Confcommercio di Modena, poi, lo stop attuale costa circa 2,8 milioni di euro solo per i giorni che ruotano attorno al 25 dicembre. Senza i cenoni il segno meno è di 4,6 milioni, per un totale perdite di “Natale/Capodanno” da oltre 7 milioni.
DOPO IL DPCM. PER LA RISTORAZIONE PERDITE DA 7 MILIONI
Le associazioni di categoria lanciano l’allarme dopo i provvedimenti dell’ultimo Dpcm. Per Cna in fumo 600 milioni senza il cenone, Coldiretti stima che saranno 70 milioni i panettoni invenduti e Confcommercio prevede in 7 milioni i danni per la ristorazione