Sale impetuosa la febbre del derby: domani si gioca l’attesissimo Reggiana-Modena, per la seconda volta a Reggio Emilia in questo 2024 deludente per i colori gialloblu.
Ma l’occasione per chiudere l’anno con un colpo d’ala è ghiottissima: vincere il derby oltre 74 anni dopo l’ultima volta, nell’ottobre del 1950, con un 2-1 firmato allora da Toth e Renato Brigbenti.
Dell’aspetto storico, psicologico ed emozionale di questa partita sono già stati spesi fiumi di parole e di inchiostro. Poi, come sempre, il verdetto lo darà il campo, in una bella cornice di pubblico, anche se non da record, al “Mapei Stadium”, con attualmente quasi 1.800 biglietti venduti ai tifosi canarini.
Con tanti ex da una parte e dall’altra (anche tra i dirigenti), Reggiana e Modena, allenate rispettivamente dal mestierante William Viali e dal mago dei giovani Paolo Mandelli, sono squadre che – per certi versi – si assomigliano: un mix di giovani e giocatori esperti, imperniate sui tuttocampisti Vergara e Palumbo, ma con un centrocampo molto più solido (la Reggiana) e un attacco molto più poderoso (il Modena), almeno sulla carta.
Per le probabili formazioni, aspettiamo la conferenza stampa di oggi di Mandelli: rispetto alla Salernitana, possibile il rientro di Cotali come laterale sinistro e l’inserimento di Battistella o Magnino come laterale destro, rispettivamente al posto di Idrissi e Beyuku.
Le motivazioni di un derby sono valide per entrambe le squadre: la Reggiana ha storicamente qualcosa in più da perdere, mentre è il Modena ad essere in ritardo in classifica, viste le ambizioni di inizio stagione.
Un pareggio potrebbe stare bene a tutti? Forse alla Reggiana si, al Modena stavolta non può bastare solo un pareggio.