La discarica di Finale Emilia è stata sequestrata, ma i sigilli non fermano l’idea della Regione di effettuare il discusso ampliamento che porterebbe un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti in più nell’impianto di via Rovere. Questo progetto è compreso nel Piano regionale dei rifiuti e giocherebbe, secondo viale Aldo Moro, un ruolo importante nel conferimento dei rifiuti, sia quelli speciali che quelli urbani, per l’autosufficienza dell’Emilia-Romagna. Di questo si parlerà il 18 dicembre in un’udienza al Tar che vedrà la Regione contrapposta al comune di Finale Emilia, contrario invece all’ampliamento in nome di un territorio che ha dimostrato fragilità idro-geologiche. In merito al sequestro preventivo, scattato martedì scorso, la Regione sottolinea la sua estraneità agli aspetti penali della vicenda, che invece ha coinvolto amministratori, funzionari locali e dirigenti della società proprietaria che erano in carica negli anni 2015 e 2016. Al centro dell’operazione dei Carabinieri ci sono in tutto dieci persone, indagate a vario titolo per abuso d’ufficio, falso ideologico e rifiuto di atti d’ufficio, oltre a reati di natura ambientale. La società Feronia, proprietaria della discarica, si è detta sorpresa del decreto di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Modena al termine dell’ultima fase investigativa dell’Arma e ha presentato istanza di riesame.
DISCARICA FINALE, IL SEQUESTRO NON FERMA L’AMPLIAMENTO
Nonostante il sequestro preventivo della discarica di Finale Emilia, non salta il piano di ampliamento voluto dalla Regione, che ricorda la sua estraneità negli aspetti penali che hanno coinvolto l’impianto. Sul tema mercoledì prossimo ci sarà un’udienza al Tar