Il processo per la discarica di Finale Emilia, legato al rischio di contaminazione ambientale, è stato sospeso a tempo indeterminato.
Dopo la decisione, comunicata ieri pomeriggio, si è registrata una grande delusione per le parti civili nel processo: l’osservatorio “Ora tocca a noi”, il Comune di Finale Emilia (e il sindaco Claudio Poletti) e il Codacons.
Lo stop al processo dipende dagli inattesi sviluppi della Legge Nordio: la nuova norma, entrata in vigore lo scorso 10 luglio, ha abolito il reato di abuso d’ufficio, che è contestato a tre degli imputati.
Il legale di due degli imputati (un dirigente della Provincia di Modena e il responsabile di Feronia, l’impianto di smaltimento) aveva chiesto al collegio dei giudici che i suoi assistiti venissero prosciolti proprio per il capo d’imputazione dell’abuso d’ufficio.
La sorpresa è stata la scelta del collegio dei giudici di sospendere l’intero processo, per tutti gli imputati e per tutti i capi d’imputazione. I giudici, infatti, sollevando la questione di una possibilità anticostituzionalità, hanno preferito – per ottenere o meno il via libera – rivolgersi direttamente alla Corte Costituzionale, la cui decisione potrebbe richiedere molto tempo, persino addirittura un anno.
Per ora, perciò, il processo è tutto congelato. Lasciando ulteriore amaro in bocca all’intera comunità finalese.
Il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti, in particolare, si domanda perché non si sia comunque voluto proseguire nel procedimento per gli imputati di altri reati, stralciando semplicemente la posizione delle tre persone chiamate in causa per l’abuso d’ufficio.