Ogni due giorni un detenuto si toglie la vita nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Se si considerano anche le cosiddette ’morti sospette’ la percentuale cresce ulteriormente. Senza contare che ormai le risse e le aggressioni agli agenti fanno parte della quotidianità. 129 gli incendi, quasi 800 i danneggiamenti e oltre 1500 gli atti di autolesionismo. L’ultima relazione annuale diffusa da Roberto Cavalieri, Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà non lascia spazio a interpretazioni: la situazione nelle carceri dell’Emilia-Romagna è allo stremo. Tra sovraffollamento e strutture detentive vetuste la vita dietro le sbarre è insostenibile sia per i detenuti che per gli agenti che vi lavorano all’interno. L’altissima densità di internati trasforma i penitenziari in polveriere. Modena non è purtroppo esclusa: al Sant’Anna il sovraffollamento ha raggiunto il 147% e nel solo 2024 sono stati registrati 270 episodi di autolesionismo e 40 tentati suicidi. La carenza di personale, soprattutto educante, è un altro aspetto critico. All’interno delle carceri ci sono storie di ogni tipo: detenuti disabili, con problemi psichici, con dipendenze varie. Soggetti che necessitano del dovuto accompagnamento da parte di personale specializzato. Spesso a causa della mancanza di queste figure, come ha confermato lo stesso Cavalieri, diventa impossibile prevenire gli atti violenti, sia contro gli agenti e le strutture, sia quelli autolesionisti. Per il garante regionale l’unico modo per arginare questa situazione è rivedere il sistema carcerario attraverso investimenti mirati anche al risentimento dei detenuti nella società. Il garante è netto: «Basta usare in maniera diversa il denaro che già oggi la collettività spende per le detenzioni».