Una nuova ricerca scientifica dell’Università di Lund (Svezia), pubblicata su una rivista medica specializzata, ha dimostrato, per la prima volta, che un esame del sangue “combinato” è in grado di stabilire, con un’affidabilità del 90%, se la perdita di memoria è causata dall’Alzheimer.

Attualmente, i neurologi e gli altri specialisti della memoria diagnosticano correttamente la malattia nel 73% dei casi testati.
L’esame del sangue “combinato” previsto dal nuovo studio è suddiviso in due parti: innanzitutto, misura il livello di plasma fosforilato tau17, un importante biomarcatore per l’Alzheimer. Le persone affette da questa malattia, infatti, hanno livelli elevati di questa molecola.
Con la nuova ricerca, poi questo primo esame del sangue viene “combinato” con la misurazione di un altro biomarcatore dell’Alzheimer (beta-amiloide 40/42), riuscendo così a confermare l’affidabilità del test al 90%, con un’accuratezza superiore al test del liquido cerebrospinale nella diagnosi della malattia.
Inoltre, il nuovo esame del sangue “combinato” sarebbe in grado di rilevare i cambiamenti correlati all’Alzheimer prima che i sintomi della malattia siano evidenti.

La ricerca scientifica, iniziata nel 2019, ha seguito 1.213 persone, con un’età media di 74 anni, tutte con lievi perdite di memoria, che si sono sottoposte a valutazioni cognitive in ospedali e cliniche specializzate.