Meno figli, meno lavoratori e meno benessere. Questo quanto evidenziato da una ricerca choc presentata dalla Cisl Emilia Centrale che punta i riflettori sulle conseguenze della denatalità e sull’utilizzo della tecnologia per colmare i buchi provocati dal crollo demografico. Se ad inizio secolo 100 persone in età occupabile mantenevano 48 tra bambini e pensionati. Oggi sono 57 e nel 2050 ne dovranno mantenere 80. Solo a Modena questi numeri si tradurranno in un calo dei lavoratori del 22% in appena venti anni. Un crollo che anche sotto la Ghirlandina rischia di tradursi in un welfare fuori controllo. In mancanza di lavoratori, secondo Rosamaria Papaleo, Segretaria generale di Cisl Emilia Centrale, l’unica risposta a questa crisi sarà l’intelligenza artificiale che andrà a sostituire tutte le figure mancanti. L’utilizzo della tecnologia però deve essere visto come una risorsa e non come un nemico. Si tratterebbe infatti di un cambiamento epocale, ben superiore all’avvento di internet. Ad oggi il 59% delle aziende italiane già usa l’IA, il 15% per l’analisi e la gestione dei rischi. Una vera e propria rivoluzione che metterà in crisi soprattutto le professioni più ripetitive, le mansioni di base e più semplici. Ma questo secondo le sigle non deve spaventare in quanto il cambiamento dovrà essere orientato a migliorare la qualità del lavoro e la produttività, dando più spazio alla vita delle persone.
CROLLO DEMOGRAFICO, IN VENT’ANNI A MODENA -22% DEI LAVORATORI
In vent’anni a Modena il crollo della natalità porterà ad un calo del 22% dei lavoratori. L’intelligenza artificiale sostituirà i lavori più basici. Un cambiamento che deve essere visto come risorsa e non come ostacolo