Il momento di grave difficoltà della Maserati rischia di continuare, soprattutto ora che sono arrivati i dazi per i prodotti europei negli Usa, il mercato più importante per le supercar del Tridente. I dati della crisi Maserati a Modena sono evidenziati dal numero esiguo di auto prodotte nello stabilimento modenese dall’inizio dell’anno: appena 30.
E all’orizzonte si vedono soltanto nubi: il mercato americano è da tempo quello più ricettivo per la Casa del Tridente e i dazi imposti dall’amministrazione Trump sui prodotti che provengono dall’estero non fanno che complicare le strategie del gruppo-Stellantis, della cui galassia fa parte Maserati.
I dati erano già stati negativi per il 2024 (con una perdita operativa rettificata di 260 milioni di euro), ma il 2025 rischia di essere persino peggiore: rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, infatti, la produzione è calata di oltre il 71%, come detto 30 Maserati prodotte a Modena invece delle 105 dell’anno scorso.
Se i sindacati lamentano ancora una mancanza di un vero piano industriale per il rilancio del brand Maserati, la proprietà – dopo gli annunci fatti in occasione del confronto con il governo e nell’audizione di John Elkann in Parlamento – ancora non ha fatto nulla di concreto.
Gli stessi sindacati criticano gli errori – giudicati enormi – commessi da Stellantis, compreso l’annunciato progetto dell’Alta Gamma, che avrebbe riguardato Modena e la Motor Valley, di cui si sono purtroppo perse le tracce.
Ora, lo stand-by è condizionato anche dai dazi.
Per correre ai ripari di fronte proprio all’emergenza-dazi, però, lo stesso Elkann – presidente di Stellantis – si è rivolto alla società di consulenza McKinsey per valutare le possibilità di mercato americano del marchio Maserati e anche di quello Alfa Romeo, che non hanno fabbriche fuori dall’Europa e quindi saranno soggetti ai nuovi dazi. Tra le possibili soluzioni, partnership con altre aziende automobilistiche, in particolare asiatiche, che hanno stabilimenti negli Usa.
Partnership e collaborazioni a livello tecnologico, non certo una vendita dei due marchi.