Sulla vicenda-Maserati i sindacati metalmeccanici sono delusi: nessuna sostanziale novità nell’incontro dello scorso 8 agosto, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), tra il governo, rappresentato dal ministro Adolfo Urso, e Stellantis. Secondo Alberto Zanetti, segretario generale della Uilm Modena, Stellantis è sempre più isolata, senza accordi e senza impegni precisi. E gli incentivi del governo saranno insufficienti, senza politiche industriali strutturali. I sindacati prendono atto della decisione, ribadita da Stellantis, di non vendere il settore “Premium” di cui fa parte la Maserati, ma nel piano industriale annunciato non vedono nulla che riporti in breve tempo la piena attività dei reparti produttivi e nulla in merito agli ammortizzatori sociali che, soprattutto nell’indotto, stanno per finire. Lo stesso segretario generale della Uilm di Modena, Zanetti, in un comunicato, scrive che è giunta l’ora di ragionare di progetti industriali, di auto da produrre e di risparmi energetici, e non è dell’idea che l’arrivo dei cinesi possa essere risolutivo: “In Emilia-Romagna più volte abbiamo steso tappeti rossi a industrie cinesi che sembravano venissero per investire. E invece…”, si legge nel comunicato della Uilm. Secondo i sindacati – che restano ai tavoli di confronto per convincere i vertici di Stellantis ad uscire da questa situazione attendistica e di incertezza – solo un grande gruppo industriale può reggere le sfide del settore: dal gap tecnologico con la Cina sulle batterie alla mancanza di infrastrutture. Il “sogno industriale” piuttosto evidente dei sindacati (e dei lavoratori di Maserati) è l’approdo della Casa del Tridente nel mondo del Gruppo Ferrari, sotto l’ala protettrice del Cavallino di Maranello. Intanto si rincorrono le voci di un cambio nella dirigenza Stellantis, ma soltanto a febbraio dell’anno prossimo.