Continua anche in Emilia-Romagna il consumo del suolo a ritmi vertiginosi: secondo i dati rilevati nel 2023 dall’Ispra, in base al rapporto Sistema Nazionale Protezione Ambiente, la nostra regione è la quarta dopo Lombardia, Veneto e Campania come percentuale di suolo consumato, ma seconda come incremento, con un percentuale regionale dell’8,91% rispetto alla media nazionale del 7,16%.
Anche il dato modenese del 2023 resta preoccupante, con 73 ettari di suolo “mangiati”, occupati da cemento, asfalto e altre coperture artificiali, ma con una decisa riduzione rispetto agli 83 ettari del 2022 e del 2021 e rispetto ai 164 ettari “scomparsi” nei due anni precedenti. In particolare, la provincia di Bologna è quella più “consumata” della regione, mentre Ravenna – con altri 89 ettari – si pone tra i tre comuni d’Italia con il maggiore incremento tra il 2022 e il 2023. In percentuale, il comune più cementificato dell’Emilia-Romagna risulta Cattolica, con il 62%, davanti a Riccione (51,8%) e a Fiorano Modenese (36,4%).
Secondo Legambiente, “la legge 24/2017 sulla tutela e l’uso del territorio sta dimostrando la sua totale inefficacia” e invita la nuova Giunta dell’Emilia-Romagna ad una revisione del testo, partendo dalla proposta di legge di iniziativa popolare che la stessa Legambiente ha presentato quasi due anni fa.