Il saldo zero del consumo di suolo è un obiettivo ancora lontano per la nostra regione. L’Emilia-Romagna è infatti terza in Italia per nuove costruzioni. Nei nostri confini negli ultimi 15 anni sono stati “mangiati” dal cemento oltre 650 ettari di terreno, e solo lo scorso anno la quota di consumo di suolo è salita dello 0,33%, quota che la pone dietro unicamente a Lombardia e Veneto. A dirlo è l’ultimo rapporto dell’Ispra, che ha calcolato una media di 19 ettari consumati al giorno in Italia nel 2021, con il valore più alto degli ultimi dieci anni. Nella nostra regione sono oggi circa 200mila gli ettari di terreno coperto da edifici e opere artigianali: si tratta dell’8,9% del totale complessivo, cifra che rende l’Emilia-Romagna quarta in Italia per proprio terreno edificato. A mangiare più suolo vergine è la logistica: magazzini e capannoni lungo la via Emilia si sono moltiplicati negli ultimi 15 anni, tanto che oggi il 3,8% del territorio è coperto da edifici di questo tipo, valore quasi doppio rispetto alla media italiana. Paragonando le province, l’anno scorso le città che hanno consumato più suolo in Emilia Romagna sono Ravenna, Cattolica, Riccione e Fiorano Modenese.