Nel video, l’intervista a Giovanni Savorani, Presidente Confindustria Ceramica
Che il 2023 sia stato un anno difficile per l’industria ceramica, fiore all’occhiello del nostro territorio e del Made in Italy leader nel mondo, era cosa nota, ma ora le indagini statistiche di Confindustria Ceramica restituiscono numeri esatti della frenata del settore. Dal bilancio relativo allo scorso anno emerge che l’industria ceramica italiana supera i 7.5 miliardi di euro di fatturato ma, rispetto al 2022, segna su questo fronte un -14.1 %; in calo del 15,4% anche l’export, che da solo vale 5 dei 6 miliardi di fatturato. Segno negativo pure per le vendite, attestate al -17.8%. L’unica nota positiva sono gli investimenti, in crescita del 7.4%. Una frenata che, ragiona il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, si inserisce in un quadro complesso per tutta l’economia. Concorrenze sleali, come ad esempio quella che viene dall’India, ma anche i prezzi dell’energia termica, con la necessità della gas release, sono elementi che frenano la competitività del settore. Anche il meccanismo degli ETS è da cambiare, promuovendo di contro un vero percorso di decarbonizzazione, sottolinea Giovanni Savorani, arrivato alla fine della sua presidenza. Un mandato complesso, tra soddisfazioni e qualche rammarico. Nonostante il Covid, la crisi energetica, la guerra nel Donbass e l’alluvione, Savorani lascia tuttavia un’associazione forte e coesa