Si terrà giovedì prossimo, 20 aprile, l’udienza a Roma per il caso dell’illuminazione che a gennaio ha scosso l’amministrazione. Il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato dopo che il Tar, con una sentenza, ha gettato ombre sui contatti stretti tra Piazza Grande ed Hera senza ricorrere a gare pubbliche. Ieri il consiglio comunale è tornato sul tema con l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi, che ha sostenuto come Hera luce srl sia succeduta nel rapporto di affidamento del servizio nella posizione originaria di Meta, dopo la fusione per incorporazione nel 2005 in Hera spa che, a sua volta, ha conferito nel 2017 il ramo d’azienda a Hera luce srl. Un affidamento che è rimasto sempre quello disposto dal Comune al momento della costituzione di Meta, senza essere ampliato né nell’oggetto né nella durata né nelle modalità e che per il Tar di Bologna ha rappresentato un’azione illegittima. Tant’è che il giudice a gennaio di quest’anno ha annullato il contratto tra l’amministrazione ed Hera Luce per il rifacimento dell’illuminazione pubblica. Un annullamento avvenuto su richiesta di Edison Next Government srl e City Green Light srl, che avevano lamentato la ‘violazione dei principi di libera concorrenza, massima partecipazione, non discriminazione, imparzialità, trasparenza e correttezza’ e a cui i giudici del Tar hanno dato ragione
CONCESSIONI IRREGOLARI, SUL CASO HERA LUCE IL COMUNE RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO
Il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per il caso dell’illuminazione pubblica affidata senza gara pubblica direttamente ad Hera. Un contratto annullato a gennaio dal Tar che ha ritenuto l’operazione una violazione dei principi di libera concorrenza