Nel secondo trimestre 2020 sono evidenti gli effetti prodotti dall’emergenza sanitaria sull’andamento dell’economia. La conferma arriva dall’indagine nell’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna, che corrisponde per il periodo di rilevazione (aprile-giugno) integralmente all’era Covid. Lo studio è in grado, quindi, di rappresentare un quadro più realistico dell’impatto che l’emergenza ha avuto sui ritmi economici del territorio. Volume d’affari. Tra aprile e giugno gli effetti delle misure di contenimento hanno condotto a una nuova caduta del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2019 (-10,2 per cento), di ampiezza analoga a quella record (-10,5) del trimestre precedente. Soffre la gran platea delle piccole imprese da 1 a 9 dipendenti con una pesante perdita (-10,4 per cento), ma a pagare il prezzo più elevato sono le medie imprese da 10 a 49 dipendenti (-11,7 per cento). Solo le grandi imprese da 50 a 500 dipendenti limitano la perdita al 6,7 per cento.
Il registro delle imprese. A fine giugno 2020 la consistenza delle imprese attive nelle costruzioni è risultata pari a 65.046 unità, solo 48 in meno (-0,1 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La progressiva riduzione dell’intensità della tendenza negativa si è tradotta nella più contenuta variazione tendenziale riferita al secondo trimestre dal 2010. La tendenza negativa per la base imprenditoriale è stata determinata dalle imprese operanti nella costruzione di edifici (-163 unità, -1,0 per cento), mentre quelle attive nei lavori di costruzione specializzati sono lievemente aumentate (+119 unità, +0,2 per cento). L’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata determina l’aumento delle società di capitali (506 unità), e contribuisce alla diminuzione è delle ditte individuali (-290 unità) e delle società di persone (-221 unità). Anche i consorzi e le cooperative sono risultati in rapida flessione (-3,9 per cento).