Calo senza precedenti per il commercio emiliano-romagnolo. Le vendite a prezzi correnti nel secondo trimestre sono crollate, registrando una perdita del 13,1%, rispetto allo stesso periodo del 2019. A dirlo è l’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. L’andamento negativo è più pesante per la piccola distribuzione, più contenuto per la media impresa e più ridotto per le attività con 20 o più addetti. Anche il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite si appesantisce ulteriormente e scende da -22,1 a -31,0 punti. Considerando i singoli settori, le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte del 3,6%. Il dettaglio specializzato non alimentare ha subito una perdita del 22,6%. Al contrario, iper, super e grandi magazzini hanno ottenuto un forte aumento delle vendite registrando un +8,6%, grazie alla capacità di gestire la difficile contingenza e alle consegne a domicilio. La piccola distribuzione, è quella che più ha risentito delle chiusure, accusando un calo senza precedenti del 18,3%.  Al 30 giugno 2020 le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 42.860, 1227 in meno rispetto all’anno precedente.