Il 13% delle imprese della provincia ha dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali per fronteggiare l’emergenza Covid. Sono i numeri preoccupanti resi noti da Cna Modena, che fotografano bene l’impatto che la pandemia ha avuto sul tessuto economico modenese. Sono infatti in tutto 8.259 gli imprenditori che hanno richiesto durante il lockdown la Cassa Integrazione in Deroga e il Fondo riservato alle aziende che applicano il contratto dell’artigianato per un totale di quasi 30mila dipendenti. Una cifra già di per sé alta, che non tiene però conto delle imprese che hanno fatto ricorso alla Cig ordinaria. Alla data dell’8 maggio le imprese emiliano-romagnole che hanno presentato domanda di cassa in deroga sono state poco più di 43mila, di queste l’88% ha riguardato aziende sino a 5 dipendenti. Solo Bologna in regione ha fatto registrare percentuali più alte e rispetto ai settori, un’azienda su tre fa riferimento al commercio, poi ristorazione e turismo.
Dei 95.574 lavoratori interessati (14.432 quelli modenesi) il 61,8% è rappresentata da donne. E’ invece del 17% la percentuale di imprese di Modena dell’albo artigiani che ha fatto ricorso al Fondo specifico. Una situazione che si è aggravata tra marzo ed aprile, con un aumento del 23,4% degli accordi e del 21,7% dei lavoratori coinvolti, con Modena che rimane attestata attorno al 17% in entrambi questi parametri.
Nella sua tragicità, l’unico aspetto positivo è legato ai pagamenti, che a marzo hanno soddisfatto l’86% dei lavoratori modenesi, una percentuale sicuramente maggiore rispetto a quella degli ammortizzatori ordinari e che secondo Cna dimostra l’importanza della bilateralità degli artigiani.