Il viaggio di Shabbar Abbas è finito dietro le sbarre del carcere di Modena. L’uomo accusato dell’omicidio della giovane figlia Saman, dopo l’estradizione dal Pakistan ottenuta dopo mesi di richieste, è atterrato a Ciampino e portato nel penitenziario Sant’Anna, isolato rispetto agli altri parenti coinvolti nel processo, rinchiusi nelle carceri di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Ora manca solo un tassello per ricostruire il quadro di un omicidio efferato: la madre di Saman Abbas, Nazia Shaeheen, la donna che la notte del primo maggio 2021 camminava con la 18enne fuori dalla loro casa di campagna a Novellara. Sono le ultime immagini che riprendono la ragazza viva. La donna è sospettata di avere tradito la figlia e di averla condotta verso lo zio e i due cugini che, secondo le ricostruzioni, l’avrebbero uccisa per poi seppellirla in un vicino casolare. Sono passati quasi 30 mesi da quella notte e la donna risulta ancora latitante e in molti in tribunale a Reggio Emilia sono convinti che sia riuscita a sfuggire fino ad oggi perché protetta. Ora che il padre di Saman è in Italia, la speranza è che in breve tempo si riesca a trovare il modo di raggiungere anche la madre. Le udienze del processo sull’omicidio della giovane, ammazzata perché ha rifiutato un matrimonio combinato con un cugino, riprenderanno l’8 settembre, quando sarà chiamato a deporre il figlio di Shabbar, da sempre il testimone chiave dell’accusa.