Il settore della ceramica si compatta e lancia un nuovo appello al Governo per ottenere aiuto in questa fase, compressa tra bollette salate e emergenza Covid non ancora terminata. Ieri il presidente di Confindustria ceramica, Giovanni Savorani, e i segretari generali delle sigle sindacali hanno inviato “una lettera congiunta sulla situazione e sulle misure a sostegno del settore ceramico italiano al presidente del Consiglio Draghi, al ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, al ministro del Lavoro Orlando e al ministro della Transizione Ecologica Cingolani”. Premettendo che “l’industria manifatturiera nazionale, da sempre perno per la crescita economica e sociale, nonché colonna fondamentale dell’economia europea, non può che essere centrale nelle politiche di rilancio che sono previste sia dai programmi governativi che da quelli comunitari, soprattutto alla luce della programmazione dei fondi del Next Generation Eu”, industriali e sindacati segnalano che le minacce su energia ed emergenza non saranno di breve durata, ma destinate a durare. “Sono fenomeni- avvisano Confindustria ceramica e sindacati- che possono determinare il crollo di marginalità importanti, in settori ‘altamente energivori’ come quello ceramico, costituito da oltre 300 imprese ed un fatturato di 6.500 milioni di euro, compromettendone la competitività industriale e mettendo a rischio questo importante comparto dell’economia nazionale. A livello nazionale, quindi, si propone di “valorizzare il ruolo potenziale del gas nazionale in sostituzione del gas importato”, di “introdurre correttivi, anche temporanei, che limitino le spinte speculative verso il rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione”, di “assicurare l’accesso agli ammortizzatori sociali per tutelare il sistema produttivo ed i correlati livelli occupazionali in questa fase di eccezionale incremento dei costi energetici”.
CARO ENERGIA, L’APPELLO DELLA CERAMICA E DEI SINDACATI. “PERDIAMO COMPETITIVITA’”
Sollecitano nuovamente il governo Confindustria Ceramica e le principali sigle sindacali. Se non si interviene con correttivi adeguati e con immediatezza il rischio del mondo della ceramica ma anche dell’industria manifatturiera nazionale è di compromettere la competitività industriale.