Nel video l’intervista a Alberto Crepaldi, Segretario Generale Confcommercio Modena
Hanno ripreso a correre i prezzi delle materie prime che determinano i costi della bolletta, dopo i ribassi delle ultime due settimane. Le quotazioni del petrolio e del gas naturale hanno visto una nuova impennata. Un aumento che, a cascata, si ripercuote su numerosi settori economici, con il rischio di provocare una seria crisi per la ripresa innescata dopo il Covid. Le previsioni non sono favorevoli: la corsa dei prezzi dovrebbe infatti proseguire almeno fino a primavera, per poi iniziare la discesa nel secondo semestre del prossimo anno. Questo significa che il conto finale della tempesta che si sta abbattendo sull’energia sarà superiore ai 40 miliardi di maggiori costi. Le ripercussioni più importanti arriveranno probabilmente nel prossimo anno, con gravi ricadute non solo sulle industrie, ma anche sui consumatori. A lanciare l’allarme è Confcommercio, che prevede una possibile fiammata dei prezzi, dato che l’energia è la voce più consistente nella ripresa dell’inflazione, già salita al 2,9%. L’Ufficio studi dell’associazione dei commercianti stima che “nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi, che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi – non tanto irrealistica – di un’inflazione al 4%”.