Dalla promessa dell’abolizione progressiva delle accise sul carburante ad una nuova possibile stangata. Con l’avvio di questo nuovo anno il governo italiano starebbe valutando un incremento delle accise su benzina e diesel.  La misura potrebbe essere inserita in un decreto ad hoc o in un emendamento al decreto Milleproroghe. E l’obiettivo è ottenere 500 milioni di euro in tre anni per coprire i costi del nuovo contratto nazionale 2024-2026 per 110mila autoferrotranvieri. La misura sarebbe studiata per arrivare ad un riallineamento tra la benzina, oggi a 73 centesimi a litro, e il diesel, a 62 centesimi. Nel dettaglio si ipotizza un aumento di un centesimo in più a litro, ogni anno fino al 2030. Di fatto quindi se le accise su un litro di gasolio aumenteranno, quelle sulla benzina diminuiranno dello stesso importo. Per arrivare ad un allineamento proprio nel 2030. Secondo alcune stime, il bilanciamento delle accise potrebbe portare a un miliardo di maggiori entrate per lo Stato. Sulla benzina le imposte, accise più iva, pesano infatti per circa il 60% sul prezzo finale, mentre quelle per il gasolio per il 56,2%, portando il nostro Paese ad essere quello con i costi più alti dell’Unione Europea. Sta di fatto che il possibile aumento del gasolio avrà un impatto diretto sul bilancio familiare, con un conseguente aumento del costo della vita. Le famiglie si trovano a dover affrontare un caro carburante che influisce inevitabilmente sulle spese per i beni di consumo, poiché il trasporto merci è una delle voci più influenti nel determinare il prezzo dei prodotti al dettaglio.