Un agente della Polizia Penitenziaria di 28 anni e un detenuto italiano di 42 anni sono stati sorpresi mentre introducevano illegalmente, all’interno del Carcere di Modena, telefoni cellulari. Arrestati in flagranza per il reato di “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”, le indagini dirette dalla Procura di Modena hanno consentito di delineare anche il reato di corruzione aggravata, legato a un presunto accordo, stretto tra agente e detenuto, per introdurre carcere dei micro-telefonini da fare utilizzare ad altri detenuti in cambio di denaro. L’attività, frutto di una più articolata indagine che ha visto coinvolte anche la Squadra Mobile e la Polizia Penitenziaria, ha tratto origine dalla segnalazione del ritrovamento di un telefono cellulare all’interno della cella di un detenuto. Nel corso dell’arresto in flagranza sono state contestualmente eseguite, grazie alla collaborazione della Squadra Mobile di Bologna e dei Commissariati Sezionali di Napoli Scampia e Giugliano, tre perquisizioni presso le abitazioni di altre persone indagate per concorso nel reato di corruzione. Le perquisizioni nel carcere modenese hanno permesso di rinvenire e sequestrare quattro micro-telefoni nella cella del detenuto arrestato e altri due nell’auto dell’agente. Il detenuto arrestato era recluso per espiare una condanna definitiva di 12 anni e 6 mesi per violazione della normativa sugli stupefacenti, rapina, truffa ed evasioni

CARCERE SANT’ANNA, POLIZIOTTO E DETENUTO INDAGATI PER CORRUZIONE
Avrebbero stretto un accordo per introdurre all’interno del carcere di Modena telefoni cellulari in cambio di denaro. Un agente della Polizia Penitenziaria e un detenuto sono indagati per corruzione aggravata