Nel video l’intervista a:
– Francesco Lamandini, Presidente Asppi Modena
– Marcello Beccati, Segretario provinciale Sunia-Cgil Modena
A un anno dall’entrata in vigore dei nuovi accordi territoriali sulla casa, la maggioranza dei contratti d’affitto stipulati nel corso del 2023 in provincia di Modena sta tornando a essere a canone concordato, quindi più vicino alle tasche di studenti, famiglie e lavoratori, tanto da prevedere di arrivare a fine anno a coprire i 2/3 dei nuovi contratti abitativi. Gli accordi territoriali sono, infatti, uno strumento che consente ai proprietari di accedere al regime della cedolare secca e quindi di fruire dell’imposta sostitutiva al 10% rispetto al 21% dei contratti a canone libero. Oggi le associazioni di settore firmatarie hanno stilato un bilancio dei risultati fin qui ottenuti. Per gli inquilini, invece, il vantaggio è sul costo dell’affitto: a Modena, per i nuovi contratti del 2023, ad esempio, la media degli affitti a canone libero è di 823 euro mensili, mentre il costo medio del canone concordato è di 519 euro. Discorso a parte la locazione per stanze che era assente dai contratti a canone concordato fino allo scorso settembre. Un tema, quello dell’abitare, che si conferma delicato e complesso, anche per la scarsità di alloggi, di case nuove o riqualificate, da acquistare o affittare a prezzi ragionevoli, che per le associazioni va affrontato a partire da politiche nazionali attive per la casa.