Chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca, se ha meno di 60 anni, concluderà il ciclo vaccinale con Pfizer o Moderna. È questa l’indicazione approvata dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che ha detto sì alla cosiddetta vaccinazione “mista”. Una modalità precauzionale, dopo la morte della 18enne ligure Camilla Canepa, per evitare il verificarsi dei rari casi di trombosi provocati dai vaccini a vettore virale, come AstraZeneca o Johnson&Johnson. Tuttavia le regioni stanno procedendo in ordine sparso: c’è chi si adegua alle indicazioni, nei giorni scorsi già diramate dal comitato tecnico scientifico, e chi invece disapprova il mix di vaccini. Su questo fronte, la direzione dell’Emilia-Romagna è quella di seguire la linea indicata da Roma, ponendosi in netto contrasto con le iniziative “autonome”. Una situazione che continua a creare confusione tra i cittadini, a discapito del raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità generalizzata, più che mai importante data la diffusione della variante indiana, che nel Regno Unito sta facendo rialzare la curva del contagio, con conseguente freno delle riaperture. I primi casi di questa mutazione del virus sono stati rilevati anche in Emilia-Romagna: lo stesso Donini lo ha annunciato a SkyTg24; ad ora ne sono stati trovati 15, a Bologna, Ferrara e in Romagna.