I giorni con alte concentrazioni di ozono a Modena rischiano di aumentare di almeno 30 punti percentuali. Colpa dello smog, che oltre a essere un problema nell’immediato, può mettere nei guai tutta l’Emilia-Romagna anche in futuro. Intrecciandosi con gli effetti dei cambiamenti climatici, le emissioni di sostanze inquinanti potrebbero compromettere gli obiettivi di qualità dell’aria da raggiungere nei prossimi anni. Come? Ad esempio, favorendo proprio l’aumento delle concentrazioni di ozono. A mettere in guardia è Arpae, nel suo nuovo rapporto 2023 sulla qualità dell’aria. Nell’ambito del progetto ‘Clara’, l’agenzia ha realizzato uno studio che stima l’impatto di scenari di clima futuro sulla qualità dell’aria, nell’ipotesi che non vengano modificate le emissioni. A seconda delle variabili meteorologiche, si stima una crescita dei giorni favorevoli alla formazione di ozono su Bologna tra il 26% e il 46% in più, su Modena dal 26 balzerebbe al 56%. L’analisi, spiegano dunque gli esperti di Arpae, mostra come non sia possibile affermare con certezza che la meteorologia in un clima futuro favorirà il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria. Per quanto riguarda l’ozono, la cui concentrazione è strettamente correlata alla temperatura, le condizioni climatiche di domani sembrano non essere favorevoli. Per le polveri sottili, invece, si evidenzia una variabilità percentuale minore e di segno non ben definito. In generale, segnalano gli esperti, l’interazione tra i cambiamenti climatici e l’inquinamento della bassa atmosfera è probabilmente uno degli argomenti più importanti con cui si dovrà fare i conti nei prossimi anni.