L’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia, solo dopo la Lombardia, nella richiesta da parte delle aziende di giovani laureati. È quanto emerge dalla ricerca “Università e imprese per lo sviluppo dei talenti” realizzata da Randstad e Fondazione per la sussidiarietà. Da qui l’importanza del cosiddetto “pezzo di carta”, fondamentale per trovare un posto di lavoro, con il 70% degli annunci concentrati proprio al Nord. Cosa cercano oggi le aziende? Principalmente laureati in discipline tecniche e scientifiche, ma prendono in considerazione anche le lauree umanistiche, spesso integrando le competenze tecniche con la formazione interna. Così, secondo i dati di Almalaurea, a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati è il 75% per il primo livello e il 77% per i magistrali biennali. In Emilia Romagna, però, continua ad essere particolarmente alto il tasso di difficoltà avvertito dalle aziende nel reperire laureati e non, adeguatamente preparati. Secondo lo studio diffuso nei giorni scorsi da Unioncamere, Anpal ed Excelsior, in particolare, in termini di flusso di assunzioni riferite all’attuale mese di settembre, emerge che in regione a fronte di 49mila assunzioni previste dalle aziende il tasso di difficile reperimento è del 51,9%.