Si terrà nei prossimi giorni l’incidente probatorio per nominare il perito psichiatrico che dovrà stabilire se Monica Santi fosse capace di intendere e di volere il 31 maggio scorso, quando intorno alle 10.00 gettò dalla finestra il piccolo Tommaso di 13 mesi. La baby sitter 32enne, al momento nel carcere sant’Anna di Modena con l’accusa di tentato omicidio, durante l’interrogatorio di garanzia ha confessato le sue responsabilità. Davanti al Gip ha raccontato che si è trattato di un gesto non premeditato, avvenuto in un momento che lei stessa ha definito di catalessi, legato probabilmente ad un malessere interiore derivante da insoddisfazioni dovute ad un precedente lavoro da segretaria amministrativa che le aveva causato un profondo disagio psicologico. Decisiva sarà la perizia psichiatrica grazie alla quale sarà possibile ricostruire cosa sia scattato nella mente della 32enne per portarla a compiere quel gesto. I periti con molta probabilità partiranno dalla frase che la donna ha più volte ripetuto dopo la caduta di Tommaso: “ora è libero”. Intanto dall’ospedale di Bologna il piccolo di appena 13 mesi continua a lottare per la sua vita.  I medici parlano con cauto ottimismo di miglioramenti. Il bimbo sta reagendo alle cure e ha ripreso a respirare da solo. La sua prognosi però resta riservata. Giorni di apprensione a Soliera dove non solo i genitori del piccolo ma l’intera comunità continua a pregare per la sua salute.