Limitare la diffusione del contagio nelle strutture in cui è, creando aree separate per assistere al meglio gli ospiti positivi al coronavirus e salvaguardare quelli non positivi. È l’obiettivo a cui mira il supporto che l’Azienda USL di Modena sta garantendo quotidianamente nei confronti delle Case Residenza Anziani (CRA) della provincia, alcune delle quali sono alle prese con situazioni impegnative dovute al numero di contagiati tra operatori e ospiti.
Sin dall’inizio dall’epidemia, seguendo le linee guida nazionali e regionali, l’Ausl ha inviato alle CRA le indicazioni per contenere la diffusione del contagio, come la limitazione degli accessi dei parenti in visita e l’applicazione delle misure di sicurezza tra cui il lavaggio delle mani, l’utilizzo delle mascherine per eventuali ospiti sintomatici e il distanziamento.
Inoltre gli operatori delle CRA hanno partecipato alla formazione (in aula e in videoconferenza) guidata dai professionisti Ausl, sia sulla vestizione/svestizione dei dispositivi di protezione individuale, sia sulle modalità di organizzazione e gestione della struttura in particolare in caso di presenza di ospiti positivi al coronavirus.
L’Azienda sanitaria fornisce costantemente supporto alle CRA tramite i propri professionisti: a disposizione di ogni struttura un geriatra della UOC di Geriatria-Disturbi Cognitivi e Demenze (alcuni dei quali già consulenti nella rete provinciale delle CRA) che fornisce consulenza in relazione all’appropriatezza delle cure in base ai livelli di complessità presenti, così come un infettivologo aziendale è a disposizione dei medici delle CRA per individuare le corrette terapie da somministrare.
Il Servizio di Igiene ospedaliera garantisce inoltre consulenze e interventi su richiesta.
Uno specifico percorso formativo e organizzativo si è concentrato sull’attuazione del modello di erogazione diffusa delle cure palliative nelle stesse strutture per i pazienti che necessitano di questo tipo di assistenza.
“La situazione nelle Case Residenza Anziani è abbastanza varia – spiega Silvana Borsari, Direttore Sanitario dell’Azienda USL di Modena –, abbiamo alcune realtà in cui il virus non si è insinuato e altre in cui l’infezione si è manifestata con una diffusione purtroppo molto rapida dovuta al carattere di comunità di queste strutture. In alcune CRA ci sono situazioni particolarmente impegnative, che mettono in difficoltà la gestione delle strutture a causa del numero di ospiti e operatori sanitari contagiati. All’inizio la difficoltà maggiore, condivisa anche da tutte le strutture sanitarie, è stata quella di reperire i dispositivi di protezione individuale in numero sufficiente. Abbiamo razionato le scorte che avevamo, condividendole con le strutture; ora per fortuna i rifornimenti sono adeguati. La difficoltà ora si è spostata sul reperimento di personale sanitario che possa sostituire gli operatori risultati positivi. Nei giorni scorsi abbiamo avviato un piano strutturato di test sierologici per individuare eventuali positività in tutti gli operatori sanitari, anche quelli che lavorano nelle CRA: ad oggi sono 500 gli operatori delle CRA sottoposti al test”.