Sono trascorsi 12 giorni dal ritrovamento del corpo carbonizzato di Alice Neri. 12 lunghe giornate durante le quali i famigliari della 32anne di Ravarino cercano risposte. Intanto dopo il conferimento dell’incarico per le analisi sui resti rinvenuti nel baule di un’auto a Concordia, ieri nella medicina legale di Modena è iniziata l’autopsia. Accertamenti che però sembrano essere molto complessi a causa delle condizioni in cuiversa il cadavere. Il Dna è stato prelevato e la prima cosa da accertare è l’identità. Bisognerà infatti confermare che si tratti realmente di Alice Neri. Successivamente bisognerà capire la causa di morte e le tempistiche, oltre che stabilire se la vittima sia stata uccisa nel luogo del ritrovamento o altrove. Informazioni che potrebbero essere determinanti per il proseguo delle indagini che intanto procedono senza trascurare nessuna pista. I Carabinieri hanno ascoltato tutti i colleghi di Alice ma anche le sue amicizie per cercare di trovare qualsiasi inizio che possa collegarsi a quanto accaduto quella notte tra il 17 e il 18 novembre tra le campagne di Concordia. Al centro degli accertamenti anche il cloud collegato al cellulare della 32enne, scomparso la notte dell’omicidio. L’apparecchio dai tabulati telefonici pare sia stato localizzato fino alle 3.30 della notte a poca distanza dal bar dove la donna si era incontrata con l’amico e collega attualmente indagato insieme al marito di Alice, come atto dovuto.
AUTOPSIA SUI RESTI, ACCERTAMENTI DIFFICILI SUL CORPO DI ALICE NERI
E’ ancora avvolto nel mistero il giallo di Concordia. Ieri è cominciata l’autopsia sui pochi resti rinvenuti carbonizzati. Nel mirino degli inquirenti anche le chat di Alice.