Il Carpi mancava dalla Serie D da 11 campionati, tutti vissuti fra i professionisti, ma col passare delle giornate la stagione dell’Athletic assomiglia sempre più proprio a quell’ultimo campionato fra i dilettanti del 2009-10. Come allora l’estate fu segnata da un cambio alla guida della società, anche se quell’unione di forze dell’estate 2009, con l’ingresso nel Carpi di Stefano Bonacini dalla Dorando Pietri appena promossa in D, fu il completamento di un percorso studiato per costruire una società ambiziosa e non una corsa contro il tempo come quella che è stato costretto a fare Claudio Lazzaretti, in pochi mesi, per evitare che scomparisse il calcio nella città dei Pio. Anche 11 anni fa la società decise di cambiare subito allenatore, chiamando Giancarlo D’Astoli al posto di Francesco Cristiani alla settima giornata per risollevare una squadra che aveva lo stesso numero di vittorie, appena 3 nelle prime 10 gare, del Carpi attuale, da poco affidato a Gallicchio dopo l’esonero di Bagatti. Quel Carpi riuscì a risalire dalle sabbie mobili della zona playout fino al secondo posto finale, alle spalle dell’imprendibile Pisa, che come le due capolista Rimini e Lentigione nel campionato attuale aveva preso subito la testa. Ci pensò il ds Giuntoli con la rivoluzione di mercato di novembre a rimettere in carreggiata i biancorossi, che poi tramite i playoff nazionali conquistarono la C2. Un finale che fra mille difficoltà anche l’Athletic sogna di poter ripetere.