Sulla chiusura del Ponte di Sant’Ambrogio le associazioni dei consumatori hanno presentato le loro proposte. Di seguito il comunicato di Adiconsum, Adoc, Confconsumatori e Federconsumatori
E’ davvero singolare apprendere, con modesto anticipo, che sarà chiuso per sei mesi uno dei principali snodi viari della nostra provincia. La chiusura dal 1° luglio del ponte di Sant’Ambrogio, se attuata, avrà effetti negativi su di una vasta area, per la già complicata condizione di traffico delle direttrici alternative, Nonantolana e Vignolese. Un tema che potrebbe diventare impattante per l’intera provincia, qualora si dovesse verificare un blocco, non infrequente, del traffico autostradale.
In assenza di una comunicazione pubblica di ANAS pare di capire che l’intervento non sia legato a problemi statici del manufatto, ma sia da ricondurre alla manutenzione, senz’altro opportuna, dello storico ponte. Un fatto certamente positivo, da tutti i punti di vista, ma gestito in modo quantomeno discutibile da ANAS, che non ha coinvolto le Amministrazioni locali e la Provincia.
I Sindaci che sono intervenuti in questi giorni hanno bene rappresentato quanto accadrebbe nei prossimi mesi a fronte della mancata individuazione di un serio piano alternativo del traffico, che certo non può essere messo in campo in poche settimane. Un piano che affronti anche il problema del trasporto scolastico, quello dell’imprevedibilità dei tempi per raggiungere le Scuole ed i luoghi di lavoro, gli effetti sulla rete commerciale e ricettiva. Siamo certi che nel tavolo che si è aperto in Provincia saranno esaminate anche altre possibilità: come quella di un cantiere ad alta intensità, che riduca notevolmente i tempi di chiusura e quella del possibile traffico alternato sul ponte.
Ma anche valutando, se i lavori non sono davvero urgenti, il possibile rinvio di un anno dei lavori, oppure la sua suddivisione in due tranches, in questa e nella prossima estate, consentendo un approccio meno improvvisato ad un tema rilevante come questo.
Questa vicenda è significativa anche perché evidenzia, una volta di più, l’assenza di un dialogo largo, di un confronto attorno alle problematiche della viabilità e del traffico nella nostra provincia. Ricordiamo ad esempio la vicenda dell’introduzione di un Tutor nel territorio di Formigine, senza un’adeguata comunicazione agli automobilisti. Anche in quella occasione qualcosa non ha funzionato, visto che per alcune settimane sono state erogate più sanzioni per eccesso di velocità in un tratto di tre chilometri, rispetto alle migliaia dell’intera rete viaria provinciale. Sanzioni diminuite, come ammesso dallo stesso comune,quando la segnaletica è stata migliorata.
Nessuno può mettere in discussione l’impegno, la buona volontà, persino la passione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Provincia; un soggetto da encomiare per i limiti economici nei quali si è mossa per anni. Ma qui il problema è il coordinamento, il dialogo, la conoscenza delle iniziative adottate e la discussione attorno a quelle adottabili, a partire dal tema fondamentale della sicurezza stradale.
Un confronto che deve essere permanente, e deve coinvolgere anche i soggetti economici, le associazioni sindacali e datoriali, oltre a quelle che rappresentano i cittadini e gli utenti, come le associazioni dei consumatori