La situazione attuale è ormai cosa nota. Ma solo a fine marzo si potranno conoscere le dimensioni reali dello stop imprevisto di arrivi e quindi di presenze, provocato dall’assenza di neve sulle nostre montagne, in un periodo quello delle feste natalizie, che rappresenta da solo circa il 40-45% del fatturato turistico invernale complessivo per il comparto montano. Dopo un 2019 che aveva fatto registrare 579mila arrivi (+7,6% sul 2018) e 2 milioni e 474mila presenze (+6,4% sul 2018), dal marzo 2020 i comprensori montani e appenninici si sono fermati per un anno e mezzo a causa dell’emergenza pandemica. Numeri poi parzialmente compensati dal buon andamento delle stagioni estive che hanno positivamente risentito della voglia di contatto con la natura, ricerca di relax e di distanziamento da parte dei turisti. I dati del periodo maggio-settembre 2022 hanno confermato una ripresa significativa con un movimento turistico estivo che ha registrato un + 34,6% di arrivi e un + 17% di presenze rispetto al 2019, ultima stagione precovid.
APPENNINO E TURISMO: SENZA NEVE BRUSCO STOP NEGLI ARRIVI E NELLE PRESENZE
L’assoluta mancanza di precipitazioni nevose e le temperature elevate di queste settimane, hanno provocato un brusco stop negli arrivi e nelle presenze. Ma l’impatto potrà essere valutato solo alla fine del primo trimestre del 2023.