Lo psicoterapeuta Claudio Foti, tra i principali imputati del processo “Angeli e Demoni” di Reggio Emilia sui presunti affidi illeciti di minori in Val d’Enza, è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione. Il giudice ha ritenuto fondate le accuse, mosse nei suoi confronti, di abuso d’ufficio e di lesioni ai danni di una ragazzina che ebbe in cura. Nello specifico, il Pm Valentina Salmi ha sostenuto che Foti avrebbe, tra il 2016 e il 2017, generato nella minore la convinzione di essere stata abusata dal padre e dal socio, causandole anche dei “disturbi depressivi”. Assolta invece l’operatrice modenese Beatrice Benati, Foti aveva scelto insieme a Benati di essere giudicato con rito abbreviato. I suoi legali hanno parlato di una sentenza “infondata” e annunciato che faranno ricorso in appello. 17 sono in tutto gli imputati rinviati a giudizio. Tra questi anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, chiamato a rispondere di abuso di ufficio per aver affidato il servizio di psicoterapia dei comuni della Val d’Enza alla onlus di Foti, “Hansel&Gretel” senza alcun bando. Così nel tribunale di Reggio Emilia è stato messo un primo punto fermo nel processo legato all’inchiesta “Angeli e demoni” sui presunti affidi illeciti di minori in val d’Enza, iniziato il 30 ottobre di un anno fa.
“ANGELI E DEMONI”, CONDANNATO A 4 ANNI CLAUDIO FOTI
17 rinvii a giudizio, 4 anni di reclusione per Claudio Foti, con le accuse di lesioni e abuso d’ufficio. Questi i primi punti fermi del Tribunale di Reggio Emilia nell’ambito del processo “Angeli e Demoni”