Nel video l’intervista a Emanuele Falcinelli Comitato Verità e Giustizia
Vogliamo verità e giustizia, no al carcere duro, per un mondo senza carcere. Questi alcuni degli slogan che hanno accompagnato ieri pomeriggio il corteo anarchico che da piazzale primo maggio ha raggiunto il carcere Sant’Anna per tornare attraverso il quartiere Sacca verso la stazione ferroviaria. Il timore, le preoccupazioni c’erano che la protesta anarchica potesse provocare, come accaduto in passato a Modena e solo una decina di giorni fa a Torino, importanti ripercussioni sulla città con atti di violento vandalismo o aggressività dei partecipanti. Al contrario, sotto l’occhio vigile di un folto cordone di forze dell’ordine, il serpentone ha seguito il percorso stabilito senza provocare situazioni particolarmente difficili, a parte qualche tensione sul cavalcavia Cialdini in direzione dell’istituto penitenziario in cui i dimostranti hanno rivolto ingiurie nei riguardi della Polizia. Tutti a volto scoperto i presenti alla manifestazione, promossa dal comitato ‘Verità e Giustizia’ per non dimenticare le 9 morti avvenute in seguito alla rivolta nel carcere modenese l’8 marzo del 2020 scoppiata per le restrizioni dovute al covid, ma che i detenuti hanno percepito come troppo severe e ulteriore carico sul regime di detenzione. Un’altra motivazione a spingere sulla manifestazione, il no al regime carcerario del 41 bis. Il cosiddetto Carcere duro è tornato in prima linea con lo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito