Nel video l’intervista a Mauro Soldati, Prof Georischi e Protezione Civile
10 milioni di euro, sono i fondi stanziati in tempi record dal Governo per gestire le conseguenze della forte ondata di maltempo che ha flagellato l’Emilia Romagna. A distanza di 24 ore dall’inferno di acqua e fango che ha investito la nostra regione provocando due vittime e oltre 200 sfollati, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo stato di emergenza che ha una durata di 12 mesi e ha erogato i primi fondi per consentire la messa in opera di interventi immediati alle infrastrutture danneggiate. Per gli interventi è stato incaricato il commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua. Intanto questa mattina hanno preso il via le operazioni di pulizia e ripristino, per ritornare alla normalità nel più breve tempo possibile. Si è cominciato dai comuni di Castel Bolognese e Faenza per procedere nella giornata di domani con i Comuni del circondario imolese. Gravemente in difficoltà è apparsa anche la zona di Fossalta di Modena spesso in passato finita sott’acqua a causa dell’esondazione del fiume. Questa volta l’emergenza è stata contenuta ma ancora una volta il Comitato ‘Alluvionati non per caso’ ha segnalato non solo la vulnerabilità del nodo idraulico modenese, ancora critico nonostante i lavori effettuati negli ultimi due anni ma soprattutto il ritardo nella gestione dell’ emergenza e il mancato coordinamento tra i vari enti coinvolti. Intanto è tornata sotto i riflettori anche la questione delle nutrie: Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico su La Stampa si chiede com’è possibile che un evento come quello che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna continui a coglierci impreparati. E incalza sostenendo che le responsabilità sono da ricercare anche negli amministratori e non tutto deve essere ricollegato all’azione delle nutrie che scavano tane negli argini fluviali. Sicuramento è colpa dell’inquinamento e dell’emergenza climatica, ma anche secondo Tozzi dei governi che continuano a sovvenzionare i combustibili fossili