Nel video intervista a Fabrizio Sighinolfi, Cittadino e membro del Comitato Alluvione di Nonantola

Era una domenica mattina quando le strade di Nonantola divennero fiumi e le case si riempirono di acqua e fango. Sono passati due anni da quel 6 dicembre del 2020, entrato nella storia modenese come il giorno dell’”alluvione di Nonantola”. A causa della rottura dell’argine del fiume Panaro, centinaia di persone vennero sfollate, oltre 50 persero la casa, i danni superarono gli 80 milioni di euro. I marciapiedi per giorni rimasero pieni di mobili, elettrodomestici, oggetti da buttare perché irrimediabilmente rovinati dal fango, mentre la popolazione puliva come poteva ciò che l’acqua aveva invaso. Immagini e momenti che i cittadini nonantolani non possono dimenticare. Fabrizio Sighinolfi, che dopo l’emergenza è entrato a far parte del Comitato Alluvione di Nonantola, oggi è tornato sul punto della rottura dell’argine per chiedere interventi affinché una storia terribile non si ripeta.