Nel video l’intervista a Antonio Brambilla, Direttore Generale AUSL

L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane in cui la variante inglese circola di più: sui 204 campioni positivi al Covid su cui è stata effettuata l’analisi, 57 soggetti sono risultati infetti dalla mutazione, ossia il 27.9%. Molto più della media italiana, che segna un 17,8%. Secondo i dati evidenziati dall’indagine condotta dalle Regioni tra il 4 e il 5 febbraio, l’Emilia-Romagna risulta il quarto territorio in cui la mutazione del Covid-19 è più presente, dietro solo a Molise, primo con il 59% dei casi, Abruzzo, secondo con il 50 e Lombardia, con il 30%. In regione la prima analisi dei campioni, basata sul test inverso, aveva individuato 66 possibili casi. Dopo questo primo screening si è passato ad esami di sequenziamento del virus, che hanno confermato i 57 casi, di cui 13 a Modena, 22 a Bologna, 4 a Ferrara, 8 a Parma, 3 a Reggio Emilia e 7 in Romagna. La variante inglese, che secondo gli studi risulta più contagiosa, potrebbe in poche settimane sostituire il virus Sars-Cov-2 ora circolante. Proprio il timore delle varianti sta portando diversi tecnici a proporre misure più stringenti del contenimento del virus. Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, è per un lockdown generalizzato, altri sono invece favorevoli a chiusure mirate nei territori dove la variante circola di più. Tuttavia, al momento non ci sono indicazioni da parte del Governo Draghi, che aspetta la fiducia di domani per dettare linee definite della lotta alla pandemia.