Nel video, l’intervista al Col. Antonio Caterino, Comandante Carabinieri di Modena
Hanno 12 anni o poco più e già si atteggiano a gangster. Tengono in tasca coltelli, credono di essere “grandi” mettendosi spesso a tu per tu con i loro coetanei, ma non per questo si lasciano intimorire dagli adulti e, vigliaccamente, arrivano anche a minacciare i più deboli, gli anziani. Impossibile, allora, non tornare a parlare di baby gang, data l’escalation di episodi violenti segnalati ormai ovunque in città. Senza mezzi termini sono gli stessi anziani che, attraverso il confronto, cercano di studiare un fenomeno assai complesso, quello del disagio giovanile, che è sempre esistito, ma mai così diffuso come oggi. Un fenomeno che va oltre l’indignazione e, per questo, necessita di un’analisi ben più profonda. Si parla di disagio, di marginalità sociale, di ostentazione di modelli violenti. Insomma, un mix di motivazioni che si intrecciano tra loro e danno come risultato finale condotte devianti che preoccupano l’intera comunità. Nessuno è escluso o immune al pericolo. Ma parlarne è il primo passo per imparare a difendersi.