Nel video l’intervista a Marcella Manni, curatrice
Sperimentazione, individuazione di un linguaggio personale, militanza politica e attivismo: la ricerca artistica tipica degli anni ’80 e ‘90 conserva la spinta, mai esaurita, delle esperienze concettuali e anticipa, impiegando le evoluzioni tecnologiche, molta della ricerca attuale, soprattutto sul piano teorico. Da Luigi Ghirri a Marina Ballo Charmet, da Franco Vaccari a Paola di Bello, da Olivo Barbieri a Guido Guidi e tantissimi altri. Sono solo alcuni degli artisti le cui opere sono raccolte nella mostra “Il linguaggio delle immagini”, allestita al Castello Campori di Soliera.
La fotografia è un mezzo profondamente influenzato dallo sviluppo tecnologico, prima con la diffusione di computer e Internet, poi del supporto digitale. A questo periodo e agli artisti più significativi è dedicata la mostra, a cura di Marcella Manni, in cui figura umana e paesaggio restano i soggetti della rappresentazione, mentre la nozione di oggettività lascia ora spazio a quello dell’esperienza e della distanza verso l’uso descrittivo della fotografia, per un impiego funzionale e non meramente esibito di competenze tecniche.
La mostra, aperta gratuitamente al pubblico, è visitabile da domani fino a domenica 7 gennaio 2024.