In merito all’ultima violenta aggressione da parte di un gruppo di giovanissimi, subita da un residente di via Bisi, è intervenuto il sindacato dei Carabinieri Usmia:

“USMIA Carabinieri esprime profonda preoccupazione per la grave escalation di violenza che sta colpendo Modena, caratterizzata da episodi sempre più frequenti di aggressioni e rapine da parte di baby gang. L’ultimo caso in via Bisi, dove un cittadino è stato brutalmente picchiato e rapinato mentre buttava l’immondizia, è un esempio inquietante di questa tendenza. Vogliamo esprimere i nostri migliori auguri di pronta guarigione alla vittima e confermare l’impegno quotidiano dei carabinieri, insieme alle altre forze dell’ordine e alla polizia locale, nel garantire la sicurezza della città.

Nonostante gli organici delle forze dell’ordine di Modena siano rimasti invariati dagli anni ’70, gli agenti stanno facendo il massimo per contenere il fenomeno, spesso lavorando oltre l’orario di servizio. Tuttavia, la situazione richiede il supporto attivo di tutta la comunità e la collaborazione di tutti gli enti. Rivolgiamo quindi un accorato appello ai cittadini affinché segnalino immediatamente eventuali gruppi o individui sospetti. La vostra partecipazione è essenziale per garantire la sicurezza di tutti.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente delegittimazione delle forze dell’ordine da parte di alcuni che non perdono occasione per gettare discredito sulle divise. Questo atteggiamento mina fortemente il morale e l’efficacia dei nostri colleghi, che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per proteggere la comunità. È fondamentale che la città si unisca per sostenere il lavoro di uomini e donne impegnati nella sicurezza collettiva.

Anni fa, quando le forze dell’ordine accompagnavano in ufficio un minore che aveva commesso un reato, i genitori venivano a riprenderlo comprendendo l’errore del figlio e confrontandosi con i carabinieri su come agire al meglio. Oggi, molti genitori (non tutti, per fortuna) difendono a spada tratta i figli, senza capire cosa hanno fatto e senza interrogarsi sul perché siano stati accompagnati in ufficio. Questo è un segnale pericoloso, poiché legittima comportamenti antisociali. Fare il genitore è il mestiere più difficile al mondo, lo comprendiamo, ma dobbiamo essere uniti per affrontare al meglio il disagio dei ragazzi.

Non esistono soluzioni definitive a questa piaga, ma possiamo sicuramente migliorare le condizioni di sicurezza attraverso un approccio che coinvolga la comunità, le istituzioni educative, le forze dell’ordine e i servizi sociali. Alcune soluzioni possibili includono l’impegnare i giovani in attività culturali, soprattutto musicali, dove le statistiche indicano che il tasso di bullismo è bassissimo, o in attività sportive, artistiche e culturali. È fondamentale anche il supporto psicologico per le vittime di questi reati.

Questa prevenzione richiede una corale attenzione da parte di tutta la cittadinanza, segnalando immediatamente al 112 eventuali gruppi sospetti. Sul territorio, i nostri colleghi sono presenti, con grandi sforzi e spesso con orari straordinari non retribuiti. Noi stiamo facendo la nostra parte, ora è necessario che ognuno faccia la sua, in uno spirito di grande collaborazione.

È ancora più desolante che tutto ciò avvenga a Modena, città che da decenni è esempio di una straordinaria visione della sicurezza. Il Patto Modena Sicura, sottoscritto a partire dal 2011, è un pilastro della collaborazione tra i diversi enti, tanto da essere citato nei manuali dei corsi di formazione nazionale per operatori delle forze dell’ordine. Sarebbe opportuno ripartire proprio dal grande passato di Modena e creare un tavolo di confronto tra tutte le anime della società.

È necessario che le istituzioni assicurino che i giovani denunciati o arrestati per questi reati siano realmente confinati agli arresti domiciliari, con programmi specifici di recupero, e che le cooperative che gestiscono i minori non accompagnati collaborino strettamente con le forze dell’ordine. I dati mostrano che frequentemente questi gruppi derivano da giovani che non hanno riferimenti certi. Solo così potremo sperare di arginare questa piaga.

Insieme, tutti, in coro, possiamo rendere più sicura questa città.”