Se n’è andata ieri in silenzio al termine di una lunga malattia, con quella classe che ha contraddistinto tutta la sua vita, Mirella Freni: il soprano che assieme all’amico fraterno Luciano Pavarotti ha reso celebre nel mondo la nostra città. Avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 27 febbraio, ne ha trascorsi oltre cinquanta sui palcoscenici di tutto il mondo, spesso accanto a Big Luciano con cui condivise la balia nell’infanzia, con quella duttilità che la rese interprete preferita dei più grandi compositori e dei più apprezzati registi.
Una vera e propria bambina prodigio: a soli dieci anni si esibì per un concorso Rai cantando “Un bel dì vedremo” tratto dalla Madama Butterfly per poi non fermarsi più fino al 2005 quando a Washington salutò il teatro cantando Dama di Picche e Pulzella di Orleans. Cinque anni dopo, nel 2010, ricevette l’Oscar della Lirica alla carriera.
Il suo debutto sui palcoscenici risale al 1955 nella Carmen proprio al Comunale di Modena della sua città per poi esordire alla Scala di Milano nel 1962 in un teatro che, presto, sarebbe diventato la sua seconda casa. Favorita anche dalla vicinanza del grande basso Nicolai Ghiaurov, che negli anni ottanta divenne suo marito, il suo repertorio spaziò dai grandi classici italiani ai grandi personeggi del compositore russo Tchajkovskij.
La sua musicalità duttile al di là della bellezza della voce, l’ha resa il soprano dei grandi direttori. Da Herbert von Karajan, con cui in gioventù creo una Mimi idiomatica a Franco Zeffirelli, da Giuseppe Sinopoli che la volle nei suoi radicali Puccini a Riccardo Muti.
Nel 2007, alla morte di Luciano Pavarotti, in lacrime disse “ho perso un fratello”: con lei se ne va l’alter ego femminile di Big Luciano, due pilastri su cui la nostra città ha eretto quella fama mondiale di cui ancora per decenni potrà gloriarsi.