L’economia dell’Emilia Romagna rallenta, sotto l’influenza dei mercati internazionali e del freno di quello tedesco. Sono diversi i numeri negativi nella relazione di banca D’Italia sul primo semestre 2019 della nostra regione. Tra i dati più rilevanti c’è un sostanziale ristagno dell’attività economica delle industrie, con una produzione ridotta delle piccole e medie imprese e un aumento solo per quelle più grandi, che hanno tratto beneficio dall’export. Dopo due anni di espansione, la crescita del fatturato del settore costruzioni si è fermata, mentre è stata debole quella nei servizi. Sul fronte del mercato del lavoro i numeri sono positivi, con un +1,9% per l’occupazione e la disoccupazione scesa al 5,5%. Su queste cifre, però, la Banca D’Italia mette in guardia. Rimane difficile anche il tema dell’accesso al credito. I prestiti alle imprese sono diminuiti dello 0,9%, mentre sono aumentati quelli alle famiglie. Banca D’Italia spiega che questo è dovuto a una mancanza di domanda da parte delle aziende, ma anche di un atteggiamento più prudente da parte delle banche. L’Emilia Romagna, locomotiva d’Europa, dà segni che possono portare all’ingolfamento. L’apertura del mercato che caratterizza la nostra regione, rischia di essere un punto di debolezza dal momento in cui mutano le condizioni dei mercati esteri a cui essa si appoggia. Come uscire da questa situazione?
Nel video l’intervista a Michele Benvenuti, Vicedirettore filiale di Bologna Banca d’Italia