Nel video l’intervista a Giorgio Portera, genetista
E’ sul rilievi scientifici della macchia ematica trovata sul sedile del furgone di Angelo Rainone, unico imputato nel processo per il duplice omcidio dei fratelli Ugo e Breno Bertarini, 73 e 70 anni, uccisi barbaramente a colpi di roncola nel febbraio 2016 nella loro casa di Zocca, che si è concentrata l’ultima udienza della fase istruttoria del processo. Oggi in Corte d’Assise a Modena la difesa ha portato la testimonianza del genetista Giorgio Portera, ex Ris, famoso per essersi occupato di dei più importanti casi di cronaca nera degli ultimi anni. Più di un ora di relazione tecnica che ha portato a concludere che in quella traccia ematica trovata sul mezzo non c’era solo quella dell’imputato e di Ugo, una delle vittime, ma anche di uno dei figli dell’imputato. Mai indagato. Elemento importante, secondo la difesa, soprattutto se visto in un quadro totalmente indiziario che vede l’assenza, confermata nuovamente oggi dai rilievi scientifici, di tracce di sangue od ematiche dell’imputato sulla scena del crimine e, per contro, delle vittime sugli indumenti dell’imputato. Nessuna traccia dell’imputato nemmeno sulla roncola, sporca di sangue e gettata in un secchio dopo la mattanza. Insomma dopo avere infierito con violenza sui corpi delle vittime trovati dilaniati nella rimessa della casa di Zocca, l’omicida avrebbe agito con estrema abilità nel nascondere le tracce. Cosa possibile? Le considerazioni di Giorgio Portera sono state al centro di un contradditorio chiesto dal PM Katia Marino e concesso dal Presidente della Corte con il personale del Ris di Parma. Chiusa la fase istruttoria si passerà alla requisitoria. Accusa e difesa a confronto per il verdetto finale nella prima settimana di novembre