Gli inquirenti di nuovo sulle tracce del mostro o i mostri di Modena. Ottengono risposta le speranze del regista Gabriele Veronesi: dopo il suo docu-film, il Procuratore Capo Paolo Giovagnoli ha chiesto la riapertura del caso

Dopo il docu-film “Il mostro di Modena” la procura della nostra città ha riaperto il caso sugli omicidi di almeno otto donne, uccise tra il 1985 e il 1995. La richiesta è venuta dal procuratore capo Paolo Giovagnoli che ha chiesto alla polizia di stato di mettere gli atti a disposizione del pm Giuseppe Amara al fine di valutare l’esistenza di elementi in grado di identificare l’autore o gli autori dei delitti. Questi casi ancora irrisolti sono stati oggetto del lavoro cinematografico del regista modenese Gabriele Veronesi, che ha riportato in auge il lavoro degli inquirenti di allora con la speranza che con le tecnologie odierne sia possibile trovare quello che il docu-film chiama il “mostro di Modena”, ipotizzando un’unica mano dietro a tutti i crimini. La pellicola, proiettata in prima visione al cinema Raffaello, ha avuto risonanza anche al di fuori della nostra provincia grazie all’acquisizione da parte di Sky, che l’ha mandato in onda in due episodi l’11 e il 12 giugno. Frutto di un lavoro di ricerca tra articoli di giornale e gli atti giudiziari dell’epoca, il documentario “Il mostro di Modena” fotografa una città ricca e benestante ma non risparmiata da episodi inquietanti, come gli efferati crimini di donne fragili, prostitute e tossicodipendenti. Quella stessa città, grazie anche al lavoro del regista, ha però oggi l’intenzione di fare giustizia.