E’ di Marano sul Panaro il miglior produttore di Aceto Balsamico Tradizionale. Premiati anche altri 11 campioni, selezionati dagli esperti tra 1.516 partecipanti. Il Gran Maestro Maurizio Fini lancia una proposta: arrivare a rendere tutto il Balsamico – Dop e Igp – “patrimonio culturale immateriale dell’Unesco”

Anche quest’anno numeri da record per il Palio: 1.561 i partecipanti, per un totale di oltre 15 mila assaggi complessivi. Da inizio maggio 182 Maestri Assaggiatori, con l’aiuto degli Assaggiatori e degli Allievi, si sono messi al lavoro per valutare tutti i campioni di Aceto Balsamico Tradizionale di produzione familiare consegnati alla Consorteria. Il Palio di San Giovanni è un’occasione per la Consorteria di esaminare e tenere monitorata la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale del territorio sia dal punto di vista organolettico, che per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche: in questo modo si possono trasmettere ai produttori indicazioni idonee affinchè sia rispettata la tradizione secolare. Il 53° Palio si è aperto con il discorso del Gran Maestro Maurizio Fini, che quest’anno di “tradizionale” ha avuto ben poco. Si è trattato più di un appello rivolto ai sindaci, alle istituzioni, alle realtà industriali che ruotano intorno al balsamico, sia tradizionale che Igp: una chiamata a raccolta per valorizzare in maniera comune – e a livello mondiale – due prodotti e due mondi che per troppo tempo non sono riusciti a comunicare. In che modo? Due sono le proposte di Fini: dichiarare tutti i Comuni che ospitano le acetaie comunali come “territorio balsamico” e, soprattutto, intraprendere insieme il percorso per rendere il balsamico “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco”.