Il 30 giugno scadrà la proroga prevista per gli operatori che gestiscono l’accoglienza dei migranti. In attesa dei bandi riformulati sulla base dei nuovi criteri introdotti dal decreto sicurezza, si prospetta una nuova proroga

Al termine di una settimana di incontri con gli operatori dell’accoglienza e con le forze sindacali, si prospetta una estate di duro lavoro per la Prefettura di Modena, impegnata nella gestione dell’accoglienza dei circa 1500 richiedenti asilo, ad oggi ancora inseriti nei percorsi strutturati su tutta la provincia, e nell’applicazione delle nuove regole introdotte dal decreto sicurezza. In cui cambiano soprattutto le cifre dei costi per l’accoglienza. Dai 35 euro del vecchio regime al giorno a persona, garantiti attraverso le prefetture a cooperative ed operatori sociali selezionati attraverso bando, ai 21 euro circa attuali. Cifre che secondo la maggioranza degli operatori escluderebbero di fatto la possibilità di garantire i servizi oltre al vitto e all’alloggio, riguardanti insegnamento della lingua italiana, orientamento al lavoro, attività di volontariato, culturali e sportive funzionali all’integrazione. Ragioni che avevano portato i principali operatori a disertare il nuovo bando per l’affidamento del servizio ad inizio anno con solo due soggetti si erano presentati, accettando di accogliere sulla base dei nuovi compendi economici, ma in grado di coprire solo 89 dei 1530 posti. Da qui la necessità di procedere con una proroga ai soggetti già attivi alle vecchie condizioni. Fino al 30 giugno, data che si avvicina e che ripropone in prospettiva il problema. Che per la prefettura significa, elaborare una non facile soluzione che tenga conto di tre fattori: i nuovi criteri introdotti dal decreto sicurezza, una accoglienza integrata di servizi per l’integrazione e diffusa sul territorio evitando grossi assembramenti e privilegiando soluzioni abitative autonome o di piccoli gruppi, e la tutela dei circa 200 posti di lavoro di coloro che operano nei percorsi di integrazione. Ed è così che la prospettiva emersa dalla prefettura sarebbe, in attesa di nuovi bandi con le nuove regole, agire con una proroga alla gestione dell’accoglienza, per un massimo di sei mesi con gli operatori esistenti, ma non più sulla base dei vecchi criteri ma su una rimodulazione dei servizi e dei costi concordata, oltre che col ministero con gli stessi operatori. Ai quali in queste ore la prefettura ha chiesto di formulare ipotesi. Insomma una situazione in divenire che entro il 30 giugno dovrà comunque ricevere una soluzione.